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lunedì 17 dicembre 2012

Bolla Brutale




Se l’estetica è la sensazione percepita attraverso la mediazione del senso, credo che tale enunciazione risulti dubbia nei confronti di un oggetto che ha sfidato il buon gusto dal 1879 ai nostri giorni.

“La bolla o palla di neve”. Il suo successo si può datare in occasione dell'esposizione universale di Parigi, ove il modellino della torre Eiffel veniva proposto all’interno di una piccola sfera di vetro con  della polvere bianca rendendo la sensazione di una  tormenta di neve, un gadget che fu battezzato  “boule de niege”.
Un piccolo oggetto capace di catturare l’attenzione, per la sua discutibile apparenza, esposta ordinatamente o posta in modo casuale negli ambienti domestici di qualsiasi sorta,  ha suscitato da sempre pareri discordi sulla sua specifica carica estetica. L’ impulso dei suoi colori, la forma e la quasi incorporeità ci trascina nel nostro passato, ci spinge nel vuoto etereo facendoci volare verso la nostra infanzia.
Un oggetto che induce a toccarlo, girarlo e rigirarlo, diventa impalpabile, la sua entità fisica trasparente da la sensazione di entrare in uno spazio ingannevole compresso e infinito, una meraviglia che riaffiora a qualsiasi età.Collezionare le bolle di neve può diventare un rischio in particolare se l’amatore è un architetto, che ne espone più di 100 proprio nel suo studio, una raccolta a tema sulle città del mondo. Il rischio consiste nell’annoverare la mera inutilità espressa nell’evidente pacchianeria e il suo carattere nostalgico nonché il patetico emblema del ricordo (città visitata).La bolla di neve è davvero “brutale” poiché mette in mostra all’interno di essa la forma architettonica di un manufatto più o meno conosciuto e nel contempo provoca uno squilibrio vertiginoso di proporzioni e di cromatismo, sviscera l’essenza del  grottesco.Le sue forme ti incuriosiscono sempre di più, la sfera nei tempi si è trasformata in volumi cilindrici, cubici, piramidali e altre forme inimmaginabili e spesse volte corredati da altri piccoli oggetti con una equivalenza kitsch. Oserò sempre di più, a chiedere ad un amico che ha la fortuna di andare in vacanza in Kenia di portarmi una bolla di neve, sicuro che ritornerà con un ironico sorriso sulle labbra e con grande compiacimento mi renderà ancora una volta sbigottito.

Giovanni Santagati

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