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lunedì 27 giugno 2016

Herzog & de Meuron completano la nuova Tate Modern di Londra


È stata inaugurata il 17 giugno la nuova addizione del museo Tate Modern firmata dallo studio elvetico Herzog & de Meuron. La celebre galleria di arte moderna e contemporanea londinese si amplia con un edificio iconico: una torre spigolosa ravvivata da tagli orizzontali, realizzata per dare nuovi spazi alle collezioni e per rendere la visita culturale più coinvolgente.La nuova torre, la «Swich house» si erge al di sopra dei vecchi serbatoi di olio della vecchia centrale elettrica, un esempio di archeologia industriale in gran parte riutilizzato per gli spazi museali della Tate Modern sin dal 2000. La nuova addizione comprende nuove gallerie, spazi per l'apprendimento, un ristorante e una spettacolare terrazza.Il nuovo edificio incrementa del 60 per cento le dimensioni della Tate Modern, offrendo un'ampia gamma di nuove esperienze al visitatore. Si va dagli spazi sotterranei in cemento, i primi spazi permanenti ad essere dedicati alla live art, fino alla terrazza panoramica al 10° livello, che offre una nuova e completa prospettiva su Londra. Mentre la sala delle turbine diventerà il cuore dello spazio espositivo.La Tate Modern sorge infatti all'interno di una centrale elettrica dismessa. Aperto nel 2000 e progettato (sempre dallo studio Herzog & de Meuron) in previsione di 2 milioni di visitatori all'anno, è oggi uno dei musei d'arte moderna e contemporanea più popolari al mondo, e le visite sono passate da 2 a 5 milioni.La facciata in mattoni si rifà all'architettura tradizionale, e, in particolare, agli edifici pubblici londinesi, anche se, l'antico materiale è usato in una maniera completamente nuova. Viene creata una pelle perforata attraverso la quale la luce filtra durante il giorno, mentre di notte fa illuminare l'edificio.

mercoledì 8 giugno 2016

I microchip diventano di carta.....addio silicio

Sostituire il silicio dei microchip con della semplice carta: ci sono riusciti due ricercatori portoghesi, dell'università nuova di Lisbona, sfruttando le proprietà della fibre di carta per sostituire il prezioso elemento alla base dell'industria elettronica. La nuova invenzione, che abbatterebbe di molto i costi di produzione e l'impatto ambientale, è candidata come una delle idee dell'anno al Premio europeo degli inventori che si svolge domani a Lisbona.Grazie alle sue caratteristiche e al basso costo, il silicio è da sempre fondamentale nel mondo dell'elettronica, tanto da essere quasi un sinonimo di innovazione. Ma l'impatto ambientale dovuto alla sua lavorazione e allo smaltimento stanno spingendo a cercare nuove soluzioni. Una potrebbe arrivare dalla semplicissima carta le cui proprietà sono state sfruttate da Elvira Fortunato e Rodrigo Martins per creare dei microchip green che funzionano senza silicio. "Finora la carta era stata usata come semplice supporto su cui creare i circuiti - ha spiegato Martins - noi abbiamo trovato il modo di usarla come parte integrante di un microchip. In realtà non abbiamo dovuto vincere una complessa sfida tecnologica ma abbiamo semplicemente avuto un'idea nuova, ossia usare la carta per sostituire letteralmente il silicio". In particolare i ricercatori portoghesi hanno capito il modo per sostituire le due principali funzioni del silicio nei microchip, come semiconduttore e allo stesso tempo come materiale isolante. Una 'invenzione' che permette anche di eliminare elementi come indio e gallio e di semplificare i processi di produzione, che possono essere fatti a temperatura ambiente, e rendere i microchip completamente riciclabili. I microchip di carta non potranno certo sostituire quelli che troviamo all'interno di pc o smartphone ma potrebbero trovare grande diffusione ad esempio per 'marchiare' a costi bassissimi prodotti che vengono immagazzinati o movimentati, ad esempio per tracciare i percorsi di lavorazione degli alimenti. (Fonte ANSA)

venerdì 3 giugno 2016

Aree urbane degradate: firmato il decreto da 500 milioni per le periferie

Cinquecento milioni nel 2016 alle aree urbane degradate: con qualche mese di ritardo si concretizza il Piano periferie. Durante l'inaugurazione della Biennale di Venezia, il 28 maggio, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha firmato il bando con il quale vengono stabilite le modalità per la selezione di progetti di riqualificazione urbana da finanziare con l'apposito fondo da 500 milioni, introdotto dalla legge di Stabilità 2016.Si avvia, così, il "Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie", un piano che riguarda le città metropolitane e i comuni capoluogo di provincia, delineato e deciso dalla legge di Stabilità. Per lanciarlo serviva un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri - da emanare entro il 31 gennaio 2016, recitava la manovra - con il quale stabilire le linee guida per la selezione dei progetti da ammettere a finanziamento. Provvedimento ormai pronto e  pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» il giorno 01 Giugno 2016. Sono previsti inoltre tempi certi e congrui per la presentazione dei progetti fino a 18 milioni di euro: 90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm e del bando.Le amministrazioni potranno richiedere il 10% del finanziamento eventualmente assegnato al momento della firma della convenzione e/o accordo di programma: ciò consentirà di coprire anche i costi di avvio dell’intervento infrastrutturale dei soggetti proponenti.Sono previsti 90 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione dei progetti per la conclusione del procedimento di valutazione e 30 giorni dal suddetto termine per la sottoscrizione delle convenzioni e/o accordi di programma.