" Genius Loci", ovvero il genio di un luogo, inteso come tutte quelle istanze atte ad identificare,nei suoi processi più intimi, le peculiarità di un luogo fisico ben preciso, attraverso le correlazioni ed interrelazioni tra ambiente, luogo e identità. Ogni luogo ha una sua precisa identità aventi caratteristiche a volte immutabili, fissi, statici a volte dinamici, mutevoli, variabili; l'Architettura deve rispettare i linguaggi del luogo, ascoltare cioè il proprio genius loci, significa essere compatibile e rispettare tutte quelle istanze che lo caratterizzano, così come diceva Christian Norberg Schulz, nel suo libro dal titolo "Genius Loci Paesaggio, Ambiente, Atrchitettura", già nel 1979. Oggi più che mai manca assolutamente questa interazione,e purtroppo lo scempio architettonico e paesaggistico che ne è conseguito, è sotto gli occhi di tutti noi, è giunto il momento di riprenderle alla ricerca delle idendità nascoste.
Carlo Gibiino
"Tutti coloro che hanno anche fuggevolmente riflettuto sull'argomento sanno che il carattere precipuo dell'architettura - il carattere per cui essa si distingue dalle altre attività artistiche - sta nel suo agire con un vocabolario tridimensionale che include l'uomo.
La pittura agisce su due dimensioni, anche se può suggerirne tre o quattro. La scultura agisce su tre dimensioni, ma l'uomo ne resta all'esterno, separato, guarda dal di fuori le tre dimensioni. L'architettura invece è come una grande scultura scavata nel cui interno l'uomo penetra e cammina." ( B. Zevi " Saper vedere l'architettura" Einaudi, Torino 1964)
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