Ra Paulette non ha mai studiato architettura, ingegneria, o scultura; lavora con le mani e le sensazioni; si è addentrato per 1,6 km dentro le luminose grotte arenarie a nord del New Mexico. Per oltre 20 anni, Ra ha perlustrato senza sosta, ha scavato, raschiato e decorato, le caverne piene di fasci di luce che si nascondono dentro le montagne. Il prodotto finale è un capolavoro unico, creato dalla forza e dalla persistenza che nel corso degli anni si sono scavate un pozzo personale di pure meraviglie.Il lavoro manuale è il fondamento della mia espressione del sé. Per farlo bene, devo coinvolgere forza mentale ed emozionale, nonché forza fisica. Quando scavo le grotte azzero tutti i movimenti nelle loro parti più semplici e li riassemblo nei modelli e nelle strategie più efficienti pur mantenendo una elasticità corporea. Come un ballerino, "sento" il corpo e il suo movimento in modo consapevole. Io la chiamo "la danza di scavare", ed è il segreto di come questo vecchio uomo può ottenere così tanto fatto. (Ra Paulette) Il progetto finale e ambizioso è sia un progetto artistico - ambientale che sociale, il quale utilizza la solitudine e la bellezza del mondo naturale per creare un'esperienza che favorisce il rinnovamento spirituale ed il benessere personale. E 'il culmine di tutto ciò che ho imparato e sognato nella creazione di grotte. Un miglio a piedi nel deserto diventa un viaggio di pellegrinaggio, interamente scavato a mano, ha elaborato complesso di grotte scolpite illuminato dal sole attraverso molteplici tunnel finestre. La grotta è sia un santuario ecumenico comune e un luogo ultraterreno per presentazioni e spettacoli progettati per affrontare i problemi di benessere sociale e l'arte del benessere. Il progetto non è semplicemente per il pubblico, ma comprende un processo creativo più grande . In analogia con l'arte di dipingere, dell'uso dei colori sulla tavolozza, Paulette diventa un artista sociale, la tela sarebbe la società stessa e le sue condizioni sociali. Usando l'estetica di affrontare la sofferenza della società, l'arte sociale non si accontenta di decorare il mondo; il suo intento è quello di cambiarlo. Cambiare il mondo è compito arduo. L'arte non tenta di forzare il cambiamento attraverso l'azione diretta, ma a catalizzare essa modificando la base emotiva da cui può avvenire il cambiamento. "Come possiamo cambiare ciò che facciamo prima di cambiare come ci sentiamo?" Il suo presupposto di fondo è che attraverso la meraviglia e il senso della bellezza si passa dal regno emozionale dei nostri desideri e paure, al più espansivo e profondo sentimento di ringraziamento e apprezzamento per la vita con un senso di sacralità, le nostre azioni saranno automaticamente modificate, creando un mondo migliore - 'come per magia'. Questa è la magia dall' arte, musica, teatro, e della bellezza del mondo naturale. Abbiamo bisogno per quella magia di svolgere un ruolo più diretto nella nostra vita.
Abbiamo trasferito il blog al nuovo indirizzo www.geniuslociarchitettura.it Vi aspettiamo sul nuovo sito e vi preghiamo di aggiornare il link tra i vostri preferiti. A presto!
lunedì 29 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
Ufficio concettuale: "un ambiente di lavoro sperimentale" al posto di sedie e scrivanie.
La ricerca medica suggerisce che stare troppo tempo seduti può far male alla salute, così RAAAF e Barbara Visser hanno sviluppato un ufficio sperimentale che incoraggia i lavoratori ad appoggiarsi o anche sdraiarsi.Trascorrere ogni giorno seduti ad una una scrivania aumenta l'esposizione ad una serie di problemi di salute, di malattie cardiache, diabete e obesità, dicono i ricercatori provenienti daSvezia, Australia e Regno Unito. La fine del processo sedentario è concepito come uno spazio in cui la seduta è solo una delle opzioni disponibili. Lo studio olandese RAAAF (Rietveld Architettura Arte affordance) e l'artista Barbara Visser hanno iniziato a lavorare sul concetto all'inizio di quest'anno, infatti sono stati invitati a creare il loro primo prototipo di lavoro, a Looiersgracht 60, un nuovo spazio espositivo ad Amsterdam. "Abbiamo sviluppato un concetto in cui sedie e scrivanie non sono indiscutibili punti di partenza," hanno detto i progettisti". "Invece, i vari utilizzi dell'impianto sollecitano i visitatori ad esplorare le diverse posizioni in piedi in un "paesaggio" di lavoro sperimentale. "Le sedie ed i tavoli sono stati ridisegnati oltre un milione di volte. Ma cosa succederebbe se non ci fossero più sedie e si vorrebbe lavorare in piedi?" si sono chesti gli architetti Ronald e Erik Rietveld, i due fondatori di RAAAF. Lo spazio è pieno di grandi forme tridimensionali sfaccettate che variano la prorpia dimensione in altezza dalla vita alla spalla. Un assortimento di superfici angolari, nicchie e passaggi trasformano ogni oggetto in un pezzo ambiguo di mobili che gli utenti sono invitati ad interagire con come meglio credono. Alcuni spazi, in maniera naturale, diventano zone dove appoggiarsi, altri diventano sporgenze dove sistemare un notebook, altri per lavorare in gruppo e alcuni sembrano perfetti per sdraiarsi. "Abbiamo dovuto scoprire quali sono le vie più comode per lavorare in piedi ", hanno aggiunto gli Architetti Ronald and Erik Rietvelds, fondatori di RAAF. E continua "abbiamo dovuto costruire tutte le posizioni comode noi stessi, perché nessuno altro voleva occuparsi seriamente di qusto progetto". I progettisti hanno allestito lo spazio in soli 10 giorni, usando cornici di compensato rivestiti. L'installazione resterà aperta al pubblico fino al 7 dicembre ed il progetto è già stato utilizzato da ricercatori dell'Università di Groningen per verificare gli effetti del lavoro nelle diverse posizioni. I risultati ufficiali saranno pubblicati in un rapporto la prossima primavera.
Carlo Gibiino
Fotografie di Jan Kempenaers
domenica 14 dicembre 2014
Riuso degli edifici: Il carcere dismesso diventa un caffè
Situato all'interno delle mura storiche del carcere di Bluestone Pentridge Village (Australia), il progetto "Giuria Cafe", ideato da Biasol Design Studio, è focalizzato su esperienze funzionali ed emozionali. Dismesso nel 1997, l' ex carcere non è solo la patria di Giuria Cafe, ma anche un interessante progetto residenziale e commerciale nel cuore della città a soli 8 km da Melbourne CBD a Coburg. Il progetto di interior design, Giuria Cafe è stato approntato dal team di progettazione Biasol: Design Studio affrontando diverse sfide. Da un lato è stato rispettato il suo passato oscuro di prigione, dall'altro hanno anche voluto infondere nuova vita nel caffè affinchè i suoi clienti possano godere di un atmosfera unica e rilassante. Il tema dell' irriverenza ha guidato Biasol: Design Studio, per giocare con le idee - idee che creano un contrasto tra le pareti di pietra blu scuro e una palette di colori vivaci e legni chiari. Insieme a queste idee di colore, è stato utilizzato un mix di materie prime come legno compensato, elementi strutturali e cemento che ha permesso al team di progettazione di formare un motivo geometrico intriso di colore. Tale struttura ha creato un effetto giocoso che ha anche permesso di attraversare il suo passato oscuro e abbracciare un ambiente divertente per il futuro. Le luci pendenti, con cavo tessile rosso e lampade scultoree, sono state appese in formazione in modo da disegnare una L sul bancone di legno. Sopra i tavoli, i cavi dai colori vivaci sono avvolti intorno alle capriate del soffitto di legno per diminuire la lunghezza. Altri sono attorcigliati ai muri e dietro un grande logo di legno che mette in mostra il nome del locale dietro il bancone. Lo spazio è stato ammorbidito ulteriormente con l'aggiunta di verde, tavoli su misura e sgabelli che sono, ancora una volta, tutti realizzati con materiali naturali.
Carlo Gibiino
domenica 7 dicembre 2014
Bioplastica: architettura riciclabile per facciate innovative
Un team di professori e studenti del ITKE il dipartimento di Strutture e Costruzioni della facoltà di Architettura dell’Università di Stoccarda, ha presentato nell’ambito del Research Proiect Bioplastic Facade, supportato dal EFRE (European Fund for Regional Development), Arborskin, il prototipo di padiglione dalla facciata riciclabile, realizzato con un nuovo tipo di bioplastica, un materiale che contiene più del 90 percento di componenti riciclati, provenienti da fibre naturali. La sperimentazione tedesca con il suo modello 3D apre una serie di scenari innovativi ed importanti nell’ambito dell’applicazione delle materie plastiche da materiale rinnovabile applicate alle costruzioni. L’intero padiglione è realizzato con elementi di facciata in 3D e dimostra le potenzialità estetiche e strutturali delle bioplastiche. Ha vinto recentemente un premio in uno dei più importanti concorsi tedeschi sulle idee innovative. Grazie alla collaborazione di scienziati dei materiali, architetti, progettisti, tecnici di produzione ed esperti ambientali è stato possibile sviluppare un nuovo materiale, appunto, che costituisce una risorsa efficiente ed alternativa ai materiali da costruzione. Partner di ricerca è stato il gruppo Tecnaro, che ha realizzato Arboblend, un particolare tipo di granuli bioplastici che possono essere facilmente estrusi per conformare lastre lavorabili in molteplici modi: possono essere forate, stampate, laminate, tagliate al laser. Il progetto della struttura a guscio è basato su una rete di forme triangolati in pezzi tetraedrici di dimensioni diverse. La doppia pelle curva è fatta con piramidi di bioplastica di 3.5 mm di spessore che vengono assemblate meccanicamente per creare la superficie di forma libera. La forma complessa a doppia curvatura portante è realizzata collegando tra loro i tetraedri con anelli di rinforzo e travicelli. I fogli di bioplastica possono essere modellati e adattati liberamente per soddisfare qualsiasi esigenza estetica dell’edificio. Finora le bioplastiche erano state utilizzatte solo per il confezionamento ma questo padiglione dimostra che il materiale può essere promosso ad alternativa verde al cemento, la cui produzione rappresenta l'otto per cento delle emissioni globali di anidride carbonica.
maggiori info: http://www.itke.uni-stuttgart.de/
Carlo Gibiino
domenica 23 novembre 2014
Utrecht: un ottimo esempio per ristrutturare un edificio storico.
Dreessen Willemse Architecten ha progettato una struttura di 1.500 metri quadrati per sostituire due edifici storici fatiscenti che originariamente si trovavano sul Steenweg Street, una delle strade più antiche della città olandese. Ospita negozi sui due livelli inferiori e alloggi per studenti sui due piani superiori. L'edificio ha un profondo, tetto grigio increspato con sporgenti abbaini e una facciata fatta di mattoni rossi sottili. Gli architetti hanno scelto queste caratteristiche per fare riferimento alle ancestrali proprietà su entrambi i lati, ma li hanno affiancati con materiali moderni e forme che includono un'ampia distesa di vetri e cornici sottili. "Come condizione per la demolizione, il comune ha richiesto che un nuovo monumento dovesse essere costruito al suo posto", ha detto lo studio."La divisione non allineata della facciata anteriore, non visibile a prima vista, si riferisce ai due edifici che originariamente erano lì ed inoltre è conforme alla lottizzazione dei terreni sulla Steenweg."Lo spazio dedicato al negozio è disposto sopra nei primi due livelli dell'edificio, collegati da una scala mobile. Al piano terra, grandi lastre di vetro formano una generosa vetrata, mentre il negozio al piano superiore ha una fila di finestre alte. Le aperture delle finestre ai piani superiori sono disposti secondo un ritmo che corrisponde a quello dei fabbricati che hanno di fronte. Essi sono incorniciati da spesse sezioni di pietra grigio chiaro che sporgono leggermente dalla facciata in mattoni."Dove l'edificio ha un linguaggio classico, viene applicata una materializzazione moderna e dettagliata ", hanno detto gli architetti. L'edificio si estende sopra una cantina medievale, che ora è stata trasformata in un deposito per le biciclette degli studenti e negozio.
Fotografie di Arthur Bagen.
Carlo Gibiino
giovedì 20 novembre 2014
Il BIM e la innovativa gestione temporale del progetto: 4D e 5D
ll BIM, acronimo di Building Information Modeling (letteralmente Modello d'Informazioni di un Edificio), consente di non sprecare le rare risorse disponibili in opere sbagliate, infinite nei tempi di realizzazione, più volte rifatte, fuori budget, inefficienti. Il ciclo di vita di un progetto è caratterizzato da un processo produttivo costituito da una serie di fasi operative eterogenee, che vanno dal progetto architettonico e ingegneristico alla scelta dei fornitori, fino alla realizzazione fisica dei vari componenti e della struttura complessiva. Il software è infatti in grado di supportare ciascuna delle fasi indicate, attraverso funzioni che dalla modellazione architettonica si estendono alla gestione operativa delle attività svolte dai vari attori, dagli studi di progettazione alle imprese esecutrici, fino al rapporto con la committenza, sia essa pubblica che privata, nel rispetto dei vincoli posti dalle clausole contrattuali. L'approccio integrato del Bim consente di trasferire in modo semplice e veloce ai vari referenti di un progetto tutte le informazioni necessarie per la sua gestione, sfruttando modelli tridimensionali arricchiti di dati che, andando oltre a quelli puramente geometrici, definiscono in modo dettagliato le caratteristiche di componenti e materiali, le condizioni contrattuali con fornitori e prestatori d'opera, le normative e quanto altro ruota attorno al progetto in corso d'opera. L’utilizzo di un software BIM comporta l’adozione di un tipo di progettazione definita “orientata agli oggetti”: significa che il progetto è il risultato del posizionamento e della definizione delle caratteristiche di tutti gli elementi che costituiscono l’edificio (muri, pavimenti, tetti, porte, etc.). Nella realtà, ciascuno di questi oggetti/elementi durante il processo di costruzione reale dell’edificio viene collocato (costruito/installato) in un preciso momento temporale. In sostanza le viste possono essere impostate su un preciso spazio temporale (fase definita dall’utente) restituendo una “versione” dell’edificio confacente al momento scelto. Se è possibile impostare le viste (piante, prospetti, etc) in maniera che riportino lo stato dell’edificio in un preciso momento, allora è possibile farlo anche con le tabelle di computo che, in un software BIM oriented, sono viste che documentano l’edificio sotto forma di “dati”. E' facile comprendere le potenzialità dello strumento: potendo estrapolare un abaco relazionandolo a una precisa fase, in relazione ad essa potrete conoscere, per esempio, la quantità degli oggetti demoliti o costruiti, oppure distinguere tra serramenti nuovi ed esistenti, effettuare una stima dei costi e quant’altro doveste aver la necessità di computare. Il vantaggio principale di questa impostazione è la possibilità di ottenere tavole comparative in modo automatico. Le stesse informazioni potrebbero essere anche utili per la gestione dello spazio all’interno del cantiere. La zona che oggi è occupata dallo stoccaggio del materiale per l’esecuzione di una determinata fase, nella successiva potrebbe essere a disposizione per un’altro impiego e così via.
esempio di gestione grafica del cantiere |
Il modulo Programmazione Lavori 4D permette la realizzazione di scenari di analisi interattivi tra la programmazione dei lavori con diagrammi di Gantt e i modelli 3D elaborati nei preventivi di riferimento. Infatti definendo una data di riferimento una volta realizzato il diagramma di Gantt partendo da un preventivo è possibile visualizzare lo stato dell’opera in 3D con evidenza degli oggetti realizzati o in fase di realizzazione. E’ possibile inoltre selezionare una determinata attività o WBS del Gantt e visualizzare i rispettivi oggetti del modello 3D come pure il viceversa ovvero selezionare uno o più oggetti dal modello e visualizzare le attività o WBS correlate. Una importante funzione è la possibilità di generare filmati in formato AVI che rappresentano virtualmente la realizzazione dell’opera nel tempo partendo dai modelli CAD 3D correlati.
Per il 5D la vista del Diagramma di Gantt prevede la contestuale visualizzazione anche delle curve dei costi e dei ricavi del progetto. Attraverso l’analisi prezzi e dei costi unitamente al modulo Fabbisogni Programmati è possibile generare viste di Budget per Wbs di progetto attraverso prospetti avanzati di Business Intelligence.
Carlo Gibiino
venerdì 14 novembre 2014
Strumenti di legno e ottone trasformati in dispositivi di misura digitali
Lo studio Belga Unfold ha sviluppato un set di strumenti che misura fisicamente gli oggetti e li trasforma in modelli digitali in real time. Lo studio Unfold ha lavorato al progetto in collaborazione con la designer Penny Webb e la casa tedesca Kirschner 3D , i quali hanno lanciato i prodotti durante il Dutch Design Week (18/26 Ottobre 2014). Il team ha creato una pinza, un metro a nastro e un goniometro che traduce le misure reali che prendono da un materiale esistente o un oggetto in un file digitale. Questi strumenti possono essere utilizzati in un'applicazione in cui, oggetti parametrici possono essere personalizzati con le misure esatte e materializzati da tecniche di produzione digitali, come la stampa 3D ", ha detto Unfold. Partendo da un semplice disegno di base, le misure prese regolarizzano i parametri del file digitale per realizzarle in diverse dimensioni più lungo, più corto, più largo o sottile. I tre prototipi sono fatti di legno e ottone, e sono stati disegnati per assomigliare quanto più possibile alle loro forme originali. Per dimostrare il progetto, i designers hanno creato una serie di pezzi 3D-stampati che si adattano a diverse dimensioni di vasi di vetro. Gli oggetti stampati sono personalizzati con la tecnologia per adattarsi con precisione sulla sommità degli occhiali e di incorporare un elemento scoperto che funge da maniglia. Ogni volta che una misura è presa, il file digitale creato, utilizzando uno speciale software, si aggiorna automaticamente. Utilizzando la misura digitale si elimina ogni margine di errore umano così una volta che il file viene stampato, le dimensioni corrispondono perfettamente al rilievo . Il team infine ha dichiarato: "In questo progetto, noi esploriamo le possibilità di riprendere questi strumenti non fisici, e riportarli al mondo reale senza perdere le loro funzioni digitali".
sabato 8 novembre 2014
Bioplastica da caffè, prezzemolo e cannella, un eccellenza tutta Italiana
Scienza, tecnologia, ambiente, riciclo e riduzione dei rifiuti: questi gli ingredienti per la nascita della plastica vegetale 100%. L’Istituto Italiano di Tecnologia, una delle eccellenze italiane, con sede a Genova, ha realizzato un nuovo tipo di bioplastica ecologica e biodegradabile, trasformabile anche a km zero. Caffe’, prezzemolo e cannella per far nascere la plastica 100% vegetale. Ma possono essere utilizzati anche altri rifiuti vegetali. scienza e ambiente, riciclo e riduzione dei rifiuti. Gli scarti che oggi galleggiano nell’oceano – la cui degradazione richiederebbe circa 1000 anni – potrebbero costituire un’isola grande come la Sicilia. Allo stesso tempo l’Europa produce 28 milioni di tonnellate di scarti vegetali. Partendo da questo dato nasce l’idea di trasformarli in plastica e la soluzione l’hanno trovato gli scienziati dell’Iit, guidati da Athanassia Athanassiou. L’innovazione permette di recuperare per intero gli scarti vegetali e riutilizzarli per applicazioni che consentono di ridurre il consumo di materie prime e l’inquinamento. Gli utilizzi potenziali sono molteplici, perché tutto dipende dai vegetali usati e dalle nanoparticelle con cui questi vengono arricchiti. In questo modo si possono ottenere plastiche con proprietà antiossidanti e antimicrobiche oppure sterili. E non mancano quelle con la capacità di assorbire i metalli pesanti dispersi nell’acqua o essere adatte per inserire chip, sfruttando le caratteristiche magnetiche. «Potremmo avere plastica a km zero, di origine controllata, in grado di cambiare colore e fragranza ad ogni stagione. Un materiale 100% green, che in più potrebbe consentire di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti biologici», dicono all’Iit. Il processo di produzione è molto semplice e potrebbe essere ben integrato con la filiera agricola-alimentare di cui si potrebbero valorizzare quelli che oggi sono scarti, con costi alti per lo smaltimento. Per partire però per una produzione allargata, bisognerebbe puntare su alcune nicchie: penso agli imballaggi, al settore beauty, alla purificazione dell’acqua, ad alcuni accessori per la moda», spiega la responsabile del progetto, Athanassia Athanassiou. All’Iit è tutto pronto, ora tocca all’industria compiere il passo verso la produzione.
Carlo Gibiino
mercoledì 29 ottobre 2014
Orange Fiber, vestirsi con gli scarti delle arance. Questa l'idea di due imprenditrici Siciliane
Possiamo confermare che anche il settore dell’abbigliamento, dopo quello della carta, utilizza gli scarti agroalimentari. Questa è la brillante idea di Adriana Santanocito, una ragazza catanese di 35 anni ed Enrica Arena 28. Il tessuto ricavato dalle arance grazie alle nanotecnologie con cui realizzare abiti vitaminici, rilasciano sulla pelle i loro principi attivi. Questa è stata un’originale idea che ha vinto prima un premio dalla provincia di Milano, poi l’arrivo in finale alla business plan competition ‘Start Cup Lombardia’ ed infine le è stato assegnato anche il premio ‘Dall’idea all’impresa’ di Assolombarda. “Orange Fiber è la risposta ad un problema – afferma Adriana Santanocito - che da siciliana ho avvertito durante i miei anni di permanenza nella capitale della moda: la sofferenza del settore agrumicolo. Da qui ho iniziato a riflettere per individuare una soluzione valida”. Detto fatto. “L’idea tra origine dalla biomassa, arance e limoni – prosegue - presenti in grandi quantità da utilizzare per creare prodotti ecosostenibili, quali capi di abbigliamento in grado di rilasciare vitamine sulla pelle. Tramite nanotecnologie, infatti, l’olio essenziale di agrumi viene incapsulato e fissato sui tessuti. Da qui, ha inizio un processo di rottura delle microcapsule presenti nel tessuto, in modo automatico e graduale, che comporta il rilascio delle vitamine sulla pelle”. “Siamo in fase di brevettazione con il Politecnico di Milano: è in corso l’estrazione della cellulosa dalla biomassa in laboratorio. Il passaggio successivo è rappresentato dall’ingegnerizzazione, fase lavorativa intermedia che va dal laboratorio all’industria. Vogliamo arrivare alla trasformazione degli agrumi così da produrre materia prima, filato”– confessa entusiasta Adriana. “I benefici sono quelli di una crema cosmetica idratante che viene stesa sul corpo, con la differenza che non occorre massaggiare per farla assorbire! Provare per credere! In più, i capi che non hanno un contatto diretto con l’epidermide di chi li indossa, giocano il ruolo di repellente anti zanzare! La bontà del progetto è duplice: Orange Fiber permetterà di recuperare scarti, offrendo uno sbocco di mercato “alternativo” all’agricoltura e creare benefici per il consumatore finale”.
E mentre la Regione Siciliana resta a guardare, la regione Lombardia ha fornito diversi aiuti ed incentivi; la provincia di Milano le ha inserite in un programma di preincubazione d’impresa, affiancandole nella fase che va dall’idea alla creazione dei prototipi. Assolombarda permetterà quest’anno di realizzare la costituzione della società dedicandole una consulenza gratuita di un team di professionisti quali notaio e commercialista”.
sabato 25 ottobre 2014
Orti nomadi a Berlino: un' idea da seguire
L’idea arriva da Marco Clausen e Robert Shaw, fondatori della comunità no-profit “Nomadisch grün” (letteralmente "verde nomade") i quali, di ritorno da una vacanza a Cuba, hanno pensato bene di importare i giardini nomadi in Europa. A Cuba, visti i pochissimi ritagli di verde che la popolazione è costretta a strappare al cemento della città per il proprio sostentamento, è più che altro un bisogno esistenziale. Nelle città europee quest'idea può trasformarsi in un esperimento di orticoltura urbana, al contempo polmone verde e occasione d’incontro e vita sociale. L’esperimento che si sta conducendo dal 2009 nei pressi della Moritzplatz ( Kreuzberg ) ha trasformato una appezzamento abbandonato di 6000 mq in un grande orto urbano . Insieme con amici, attivisti e vicini di casa, il gruppo ha spazzato via i rifiuti, costruito trasportabili orti biologici e raccolto i primi frutti del loro lavoro. Immaginate un futuro in cui ogni spazio disponibile nelle grandi città è utilizzato per far fiorire nuovi spazi verdi, che i residenti creano e utilizzano per la produzione di cibo fresco e sano. Il risultato è l'aumentato della diversità biologica, meno CO2 e un microclima migliore. Gli spazi dovrebbero promuovere un senso di comunità e lo scambio di una vasta gamma di competenze e forme di conoscenza, e nello stesso tempo aiuta le persone a condurre una vita più sostenibile. Sarebbero una sorta di utopia in miniatura, un luogo in cui un nuovo stile di vita urbana può emergere, dove le persone possono lavorare insieme, rilassarsi, comunicare e godere della produzione locale di frutta e verdura. Prinzessinnengarten (il giardino delle principesse) è un nuovo luogo urbano di apprendimento. E 'dove i residenti possono riunirsi per sperimentare e scoprire di più sulla produzione di alimenti biologici, la biodiversità e la protezione del clima. Lo spazio li aiuterà ad adattarsi ai cambiamenti climatici e conoscere una sana alimentazione, vita sostenibile e uno stile di vita urbano orientato al futuro. Con questo progetto Nomadisch Grün ha intenzione di aumentare la diversità biologica, sociale e culturale del quartiere e pioniere di un nuovo modo di vivere insieme in città. Non si tratta solo di un esperimento di orticoltura urbana ma anche di integrazione sociale: gli abitanti partecipano alla coltivazione collettiva senza possedere appezzamenti individuali ma collaborando e condividendo successi e raccolti. I bambini delle scuole possiedono invece aiuole dedicate per poter seguire tutte le fasi di coltivazione a scopo didattico.I soci del collettivo, oltre che a rimboccarsi le maniche per coltivare hanno anche creato spazi e attività di svago, come una piccola biblioteca, un bar con prodotti biologici dove sorseggiare qualche bevanda in questa oasi di relax dal trambusto cittadino, tanti workshop in tema di sostenibilità, recycling, agricoltura e piccoli mercatini.
per saperne di più: prinzessinnengarten
Carlo Gibiino
lunedì 20 ottobre 2014
Silos 13: il vecchio impianto industriale diventa scultura urbana
Il progetto è situato a circa 5 metri dalla circonvallazione est di Parigi, alla fine del distretto Zac Rive Gauche. Per consentire questo nuovo sviluppo, la città di Parigi ha chiesto alla Ciments Calcia di spostare il proprio centro di distribuzione esistente vicino alla Senna, non distante dalla stazione di Austerlitz, consentendo di mantenere i rapporti con i clienti della società, di cui l’80% risiede nella zona circostante. Il progetto, trasforma un impianto industriale in una scultura dal design audace per un impianto industriale. L’edificio, trasformato in uno spazio di lavoro unico, diviene simbolo stesso del materiale che contiene: i corpi verticali (i silos, le scale, gli uffici, il centro per i test) ed il piano terra, sono interamente in cemento, sottolineando così il potenziale plastico di questo componente. Nell’area uffici e nello spazio di controllo qualità, la luce proveniente dalle due estremità dei silos non risultava sufficiente per illuminare tutti gli spazi di lavoro, l’apertura sugli involucri doveva essere abbastanza grande per permettere l’ingresso della luce ma altrettanto piccola da mantenere la volumetria del complesso. La forma scelta è quelle delle pietre utilizzate nella fabbricazione del calcestruzzo, le finestre riprendono quella dei frammenti di minerale o delle rocce frantumate; al posto del vetro, è stata utilizzata una semplice rete in acciaio inox, alleggerendo il volume della torre, in contrasto con gli elementi orizzontali sullo sfondo. I gusci dei silos orizzontali sono prefabbricati, trasportati in loco e montati in non più di 24 ore, per ogni elemento.
Carlo Gibiino
giovedì 16 ottobre 2014
Il futuro di Photoshop?....Incredibile
La rinomata casa Statunitense, ha rilasciato un video sulle nuove potenzialità che Photoshop potrebbe avere nell'immediato futuro, le incredibili opzioni vengono mostrate in un video, e fanno restare tutti a bocca aperta. Ecco cosa dichiara il team creativo di Adobe: "Sappiamo che molti utenti di Photoshop stanno abbracciando dispositivi tablet touch screen perché sono divertenti, interattivi e coinvolgenti. E' altrettanto emozionante per noi, sognare nuove possibilità. Quello che abbiamo mostrato al mondo di Photoshop è stato un esperimento con una rappresentazione visiva di compositing che permette a qualsiasi utente di capire i Livelli. Che cosa succede se i livelli possono essere spezzati in una animazione 3D, e quale il risultato finale? Stiamo esaminando modi per utilizzare la fluidità di tocco per manipolare immagini e letteralmente dipingere le modifiche, layer dopo layer.
Carlo Gibiinolunedì 13 ottobre 2014
Un gigantesco dito medio davanti il Palazzo del Governo a Praga
L' artista Ceco David Cerny ha creato una gigantesca scultura, rappresentante il "dito medio alzato" rivolto a destra degli edifici governativi di Praga. L'enorme scultura viola di Cerny galleggia nel fiume Moldava, ed è un colpo al presidente Milos Zeman per il suo sostegno al partito comunista. L'artista ha voluto centrare l'obiettivo attraverso il lavoro più grande (in termini di dimensioni) della sua vita, assicurando che tutti sarebbero stati in grado di vedere la mano viola, anche da lontano. La gigantesca mano, che è fatta di carta, galleggia nel fiume principale di Praga, vicino al Ponte Carlo, e non lontano dal Castello di Praga dove alloggiano il presidente Zeman e il suo gabinetto . Cerny e il suo team hanno creato la scultura nel suo studio e poi trasportato al fiume dove è stato collocato su un pontone galleggiante. Il dito medio della enorme mano viola, si estende per 10 metri in aria come una colonna esile. Il dito alzato è il messaggio di Cerny al Popolo ceco e al governo, è un gesto politico di opposizione all'attuale governo socialdemocratico che potrebbe allearsi con il partito comunista.L'artista ha deciso di prendere la situazione nelle proprie mani letteralmente lanciando "l'uccello" al presidente attraverso l'arte. Questa non è la prima volta le sculture innovative di Cerny hanno guadagnato l'attenzione del pubblico e dei media. L'anno scorso, il suo retrofit autobus a due piani entusiasmato la stampa durantei giochi olimpici Londra 2012.
sabato 11 ottobre 2014
A Rio de Janeiro, i libri diventano arcobaleno (Studio Arthur Casas)
In questa libreria, i libri non solo si leggono ma diventano anche arredo, colore, luci, creando un arcobaleno, per far sentire i clienti come se stessero in un luogo aperto, in una piazza pubblica, e incoraggiano i visitatori al relax, questa l'idea dello studio Arthur Casas. I libri sono disposti per colore e per titolo, in modo da ricreare artificialmente i colori dell'arcobaleno, è divertente, dice l'autore del progetto, "vedere un arcobaleno all'interno di uno spazio chiuso, anche se all'inizio, non era proprio il nostro obiettivo". La libreria contiene all'interno uno spazio per gli acquisti elettronici, un auditorium, un bar e uno spazio per i bambini. E' uno locale abbastanza grande, ma il proggettista ha voluto creare un 'ambiente accogliente usando luci calde e colori neutri, per far risaltare i libri e nello stesso tempo attrarre le persone in un ambiente rilassante e confortevole. Divani e poltrone, tutti di fattura brasiliana dei rinomati designers Paulo Mendes de Rocha e Serigio Rodrigues, sono posizionati in modo da creare uno spazio in cui il visitatore può sentirsi come a casa propria.
Carlo Gibiino
domenica 5 ottobre 2014
Plastica preziosa
Dave Hakkens, laureato presso l'Accademia di Design di Eindhoven, ha inventato e realizzato un macchinario per creare oggetti di design usando plastica riciclata, per realizzare nuovi prodotti e per condividere con il resto del mondo l'idea del riciclo creativo. Questa macchina include un tritatutto, un modulo per le estrusioni, uno per le iniezioni e uno per le rotazioni, il tutto basato su un modello di tipo industriale, ma più piccolo e flessibile. Sò - dice Dave Hakkens - che noi ricicliamo circa il 10% di tutta la plastica prodotta, e mi sono chiesto, perchè così poca? Così ha fatto un giro presso le maggiori industrie produttrici di plastica e glie lo ha chiesto. Ha trovato che le maggiori difficoltà derivano dal fatto che il prodotto finale, riciclato, risulta essere meno affidabile di un oggetto fatto con plastica non riciclata. Inoltre la plastica riciclata, essendo non pura, potrebbe compromettere il funzionamento dei costosi macchinari usati dalle industrie. Dave, decide dunque, di costruire una propria macchina che possa essere in grado di lavorare la plastica riciclata senza danneggiarla, e lo ha fatto usando componenti nuovi, e pezzi di riciclo presi da vecchi forni e altri elettrodomestici non più in uso, da parenti e amici, riuscendo a creare diversi prodotti. Hakkens adesso vuole mettere sul web le istruzioni per costruire questa splendida macchina, in modo tale che ogniuno possa costruirsi la sua personale, e con questa i propri oggetti. L'idea è quella di scambiarsi informazioni, affinchè si possano condividere opinioni e migliorare il progetto.
Carlo Gibiino
martedì 30 settembre 2014
Scribble pen: la penna che disegna con 16 milioni di colori
Questa penna riesce a catturare qualsiasi sfumatura di colore tramite uno sensore RGB a 16 bit, per poi riprodurla miscelando gli inchiostri in quadricromia (CMYK), può memorizzare il colore o lo si può trasferire al proprio smartphone, tablet o PC. Ci siamo ispirati a Photoshop, dice Kevin Harrison, ideatore dello start-up con base in San Francisco, per creare quella che vuole essere il perfetto mix tra tradizionale e High Tech. Il progetto va avanti da circa due anni, è stato coinvolto un team di ingegneri elettronici e scienziati del colore; abbiamo pensato che sarebbe stato magnifico avere a disposizione una penna che potesse riprodurre qualsiasi colore con un semplice tocco, perfetto per artisti, designers e bambini. Inoltre contiene tante altre applicazioni per la grafica il design e l'interior design, tanto che stanno ancora lavorando sullo sviluppo dell'hardware. In effetti funziona proprio come Photoshop, dal retro si effettua una scansione della superficie colorata desiderata, si preme un pulsante e la punta sarà in grado di riprodurla fedelmente. Gli ideatori di questo progetto interessante, creativo e dal design accattivante, hanno lanciato una campagna di crowfounding attraverso due diverse piattaforme - Kickstarter e Tilt - , entrambe, però. hanno sospeso la raccolta,e quindi la possibbile distribuzione della penna per il 2014, in quanto, così come si legge nei blog ufficiali delle piattaforme, hanno sospettato che il video potesse essere fuorviante e non rappresentativo delle effettive potenzialità dell'oggetto, rilevando anche alcune discrepanze tra il video stesso e le informazioni prese dai sostenitori, così hanno pensato di restituire immediatamente tutti i fondi raccolti. Gli ideatori comunque non si sono dati per vinti e, al di là delle incomprensioni nate, credono che il progetto possa andare avanti ed essere presentato nel 2015. Spero, dunque, che questo incredibile e rivoluzionario prodotto dalle infinite potenzialità possa vedere a breve la luce.
lunedì 29 settembre 2014
Swing time, una nuova idea di parco cittadino
Swing time, il parco temporaneo formato da amache che si illuminano in modo diverso a seconda del movimento. L'installazione è stata allestita da Höweler + Yoon Architecture nell'area del Boston Convention and Exhibition Center con lo scopo di creare una nuova idea di parco cittadino. Le grandi amache circolari sono fabbricate in polipropilene saldato, di tre dimensioni e altezze diverse, per permettere a tutti di poter provare le amache. L'illuminazione a LED all'interno delle amache è controllata da un meccanismo che controlla le oscillazioni. A riposo le amache sono illuminate di bianco, ma non appena ci si siede sopra e si muovono, l'illuminazione varia di colore dal bianco, al blu fino al viola. L'idea del progetto è quella di fare interagire le persone le une con le altre, attraverso le oscillazioni delle amache. L'installazione Swing Time è un playscape interattivo composto da altalene a forma di anello luminoso. Realizzata in polipropilene saldato, le oscillazioni sono progettate in tre diverse dimensioni in modo che la comunità possa impegnarsi e fare esercizio fisico oltre a giocare. L'illuminazione è controllata da un micro-control personalizzato, che segnala il livello di oscillazione ed un processore interno che misura le forze di accelerazione dello swing. Quando le altalene sono sono ferme comunque la struttura emette una luce bianca morbida che illumina l'area. Quando le oscillazioni sono in movimento, la luce e colori. Un modo per interagire e creare divertimento all'interno della comunità.
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