"L'Agenzia delle Entrate modifichi con urgenza le 'Metodologie di controllo' predisposte per verificare la correttezza fiscale degli architetti nei loro rapporti economici con i clienti e che considerano vigenti le tariffe professionali nonostante esse siano state, come è noto, abolite nel 2006 dal Decreto Bersani".
Lo ha chiesto il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in una lettera inviata circa un mese fa, al direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, dal quale non è pervenuta ancora nessuna risposta."L'Agenzia delle Entrate - sottolinea la lettera - evidenzia, infatti, come gli accertatori possano procedere a quantificare i proventi da attività professionale, qualora non sia stato possibile conoscere l'effettivo compenso percepito, 'in primo luogo, sulla base di quanto fatturato per prestazioni similari; in alternativa, sulla scorta delle tariffe professionali vigenti, tenuto conto della natura e del valore della prestazione e ipotizzano che difficilmente, soprattutto quando lo studio professionale è ben avviato, si scenderà al di sotto dei minimi di tariffa"."E noto e dimostrato - continua - che l'effetto dell'abolizione delle tariffe professionali sui fatturati è stato immediato, in un mercato assai competitivo dove i contratti - rispetto alle ex tariffe - vedono praticare sconti ben oltre il 50%, come peraltro dimostrato anche dai fenomeni di dumping - evidenti anche nei lavori pubblici".Tenuto anche conto della profonda crisi che ha colpito il mercato della progettazione e che gli architetti stanno particolarmente soffrendo per l'inversione del ciclo edilizio "appare paradossale - si legge ancora nel comunicato - che a fronte delle modifiche legislative e della realtà dei fatturati, l'Agenzia parametri le sue verifiche su dati obsoleti sia da un punto di vista normativo che numerico, tanto più che il medesimo modello non è applicato ad altre categorie professionali".
Per questo motivi il Consiglio Nazionale degli Architetti chiede al Direttore Befera "un intervento di urgente correzione e chiarezza, non solo perché tali metodologie di controllo sono ingiustificate e sbagliate, ma anche perchè il loro effetto - contrario ai principi della Riforma delle Professioni - sarebbe quello di portare i nostri iscritti a riapplicare proprio quelle tariffe che la Legge ha abolito."
Fonte: Consiglio Nazionale Architetti
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